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Taiji: origini e presupposti


La definizione e la comparsa del termine scritto taiji (taiji quan tushuo) in un’opera attribuita ad un membro della famiglia Chen, considerata fondatrice di questa tecnica, è recente, appare infatti solo verso la fine del XIX secolo, ma sappiamo che le origini di questa disciplina si perdono nel tempo. L’origine leggendaria parla di un eremita Zhang Sanfeng che durante un suo viaggio verso il Sichuan, si sarebbe fermato al tempio di Shaolin della provincia dello Henan, per apprendere le arti di combattimento.

La tradizione estremo-orientale, nella sua parte cosmologica, attribuisce un’estrema importanza ai due principi da essa designati coi nomi di yang e yin: tutto ciò che è attivo, positivo o maschile è yang, tutto ciò che è passivo, negativo o femminile è yin. Queste due categorie si ricollegano simbolicamente alla luce e all’ombra: in tutte le cose il lato luminoso è yang e il lato oscuro è yin, ma dato che l’uno è inseparabile dall’altro, essi appaiono più come complementari che come opposti.” (R. Guenon – La grande triade).

La Cina antica sottolineò in vari ambiti l’unità della vita planetaria e la sua complessa strutturazione unita alla rappresentazione simbolica degli elementi che compongono il tutto. Lo spazio dove avviene l’osservazione dei principi universalmente validi è la dimensione fra cielo e terra, e il tramite, lo strumento di questa osservazione è l’uomo, elemento di unione e rappresentazione simbolica. Alto-basso, dentro-fuori, manifesto e immanifesto, questa alternanza continua e la definizione di ciò che è attraverso ciò che non è, si manifesta anche nella millenaria tradizione marziale attraverso una contrapposizione complementare fra scuola esoterica (monastero buddista di Shaolin), e scuola esoterica di origine taoista (monte Wudang).

Nella sua espressione esoterica e manifesta l’arte marziale si affina come arte della percussione, della tecnica della ripetizione e della ricerca della forza fisica per battere l’avversario, opposta e compresa nella rappresentazione esoterica alla forza interiore che si fonda sull’ascolto e sulla quiete che annullano, attraverso il potere della tranquillità, la forza dinamica.

Il taiji rappresenta l’espressione di questa complessità esoterica, profonda quanto le sue radici, che racchiude al proprio interno i principi fondatori de l’I Ching o Libro dei Mutamenti, del Tao Te King di Lao Tse, delle tecniche di boxe, o combattimenti con le ombre (come venivano definiti i movimenti lenti della forma), delle respirazioni Taoiste.

Nell’I Ching si dice che il Tai-Chi (inteso come origine) è il primo punto che emerge dal vuoto del Wu-Chi, contiene il potere del livello dinamico e di quello statico,ed è la sorgente dello Yin e dello Yang, la sintesi, essendo l’unità prima, è precedente alla differenziazione dei due elementi e perciò indipendente da essi.

Nel Tao The King si dice: il Tao che può essere detto non è l’eterno nome, il nome che può essere nominato non è l’eterno nome, (il Tao senza nome è il non essere, il Tao con il nome è l’essere). Ed ancora: il Tao generò l’Uno, l’Uno generò il Due, il Due generò il Tre, il Tre generò le diecimila creature. Le creature voltano le spalle allo Yin e volgono il volto allo Yang, il Ch’I infuso le rende armoniose.

Le caratteristiche delle due forme si possono spiegare anche facendo uso di una linea retta partendo dall’origineIl Tai-chi, yin e yang rappresentano le direzioni

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yin tao yang

Le due forme: pieno-vuoto, positivo-negativo, bianco-nero, combinati fra loro danno luogo alla molteplicità delle rappresentazioni possibili e il principio può essere applicato e utilizzato per definire qualunque cosa .

piccolo yin            piccolo yang

grande yin            grande yang

Come nella geometria analitica si usano simboli per creare equazioni, così nel sistema Tai-Chi si usano terne di simboli yin-yang che danno luogo agli otto trigrammi, cioè il massimo delle soluzioni possibili combinando i due elementi di partenza.

Il Tai-Chi Chuan, l’arte marziale che prende forma da questo complesso sistema cosmologico, possiede a sua volta otto posizioni fondamentali che sono simboleggiate dagli otto trigrammi: parare, ritirarsi ruotando, avanzare, spingere, tirare verso il basso, dividere, colpire con il gomito e colpire con la spalla.

Questo percorso che conduce verso la comprensione del principio del Tao, così per come viene descritto e praticato, è lungo e tortuoso, lungo quanto può essere lunga una vita e tortuoso come un torrente di montagna, i cui rivoli attraverso l’acqua, portano a bagnare, inglobare, accarezzare, travolgere e rilasciare i ciotoli che compongono il letto del fiume: nel principio è presente ogni cosa, e in ogni cosa è presente il principio e il suo opposto.

Ching o comprendere la leggerezza

Capire la leggerezza che è yin include comprendere la pesantezza che è yang, controllo dei movimenti esterni, ma soprattutto controllo della mente; la leggerezza mentale è il principio da cui è possibile controllare il Ching che si sviluppa nel movimento, coltivare il Ching vuol dire aprire la porta ad una straordinaria leggerezza interiore (percezione), profondità, sensibilità, attraverso cui tutto è percepibile.

Man o lentezza

Un movimento frettoloso come quello dato dalla nostra meccanicità quotidiana non sviluppa attenzione e concentrazione; il movimento lento, continuo, deliberato quindi scelto, necessita di equilibrio, presenza, concentrazione, esclusione dal tutto e pienezza nei dettagli. Incedere lentamente fino a che la lentezza non ha più nulla da insegnarci, e integrare quindi attraverso la sua assenza la velocità, fino a che da questa non abbiamo più nulla da imparare.

Yuan o movimento circolare

Ogni movimento nel Tai-Chi è circolare anche quando questa circolarità non appare, non è manifesta, il movimento non è rettilineo e in natura la retta non esiste, ciò che appare lineare è l’insieme di piccoli-grandi movimenti circolari, ma soprattutto il corpo si muove anche quando sta fermo, ed è fermo anche quando apparentemente si muove. Attraverso un lento divenire di opposti, l’apparenza si delinea nella sua totalità

Yun o andamento costante ed omogeneo

Ogni giorno il sole sorge ad est e tramonta ad ovest, nella sua rappresentazione schematica e veloce nella nostra mente si delinea un arco che riassume il movimento e lo liquida velocemente, nella consapevolezza ogni istante blocca il movimento in un punto perché consapevole del punto successivo, ma contemporaneamente quel punto diventa estraneo dal movimento stesso, avulso, ed esso stesso rappresentazione dell’universo in movimento.

Lin o agilità

Per stare in equilibrio come il piatto di una bilancia è necessario muoversi lentamente come una ruota di un carro o come un lento ingranaggio fatto di mille sistemi di bilanciatura, cambiare rapidamente il fronte per eludere la presa e modificare la condizione o il punto di osservazione, questo presuppone stabilità e forza nelle radici e la possibilità di cambi repentini per eludere la presa.

Sun o rilasciarsi

Rilassare le parti del corpo in modo da poter comprendere e riassumere le due polarità mano molle yin, mano tesa yang, in un’unica forma che è rilassata mentre affonda il peso.

Hsu-Jing o Vuoto e immobilità

Nel Tai-Chi ogni cosa muta, cambia direzione, ogni movimento si modifica e si trasforma contenendo il suo opposto, I Ching ci consiglia di cercare ciò che muta all’interno di ciò che non muta, ogni cosa si sviluppa secondo un certo cielo, non vi è nulla che sia costante se non il mutamento stesso; tuttavia se non vi è nulla di costante, il mutamento avviene in maniera costante. Nel nostro universo di mezzo, l’uomo è il tramite ed artefice di una quantità di definizioni che rendono possibile la rappresentazione del mondo attraverso i sistemi e i linguaggi, ma ciò che nel nostro essere più si avvicina alla comprensione di quella che senza l’esperienza rimane un’idea di pieno e di vuoto, di essere o non-essere, è il respiro, che accompagna ogni gesto, ogni azione, ogni pensiero, e quello che rende possibile avvertire la presenza o l’assenza nella loro accezione più ampia è la consapevolezza.

Ecco, il Tai-Chi persegue una coscienza superiore di ciò che siamo o una più alta consapevolezza finalizzate a sviluppare non la forza fisica, ma il suo aspetto spirituale sottile, potremmo dire la sua rappresentazione immateriale.

Giuliana Viel






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