scuola di ricerca spirituale

Insegnamenti

La pratica come rituale


Nell’afflizione ci si trova nel punto più lontano dall’Essere. E, di conseguenza, si interrompe la pratica. Attenzione! Servirebbe un rituale fisso cui attenersi indipendentemente da tutti i “ma…”, “se..”, “solo che…”.

Nell’eseguire il proprio rituale-pratica è importante individuare un punto di vista ogni volta diverso, al fine di evitare la meccanicità della ripetizione. Per cambiare il punto di osservazione serve indicare al rituale i “luoghi” da osservare. Ad esempio, nel fare il segno della croce, che è un rituale, posso guardare in su, in giù, a sx, a dx e mentre lo faccio indirizzo il respiro. Questo cambia la mia condizione.

Se, guardando in alto coordino il respiro, la mia condizione si trasforma, poiché si tratta di un respiro direzionato, quindi capace di muovere, spostare, condurre, trasferire, ovvero cambiare la mia vibrazione materica. Nel rituale che eseguo immetto dei contenuti-intenzioni. Attivo così la direzione. Essa genera uno spostamento e nel fare ciò apre uno spazio, che è mentale, emozionale e fisico.



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